Un mio autoritratto? Avrei voluto avere i capelli della venere di Botticelli, il sorriso della Gioconda, gli occhi alla Picasso, il collo alla Modigliani, i colori di Matisse, il corpo scolpito da Canova e la grazia delle muse Preraffaellite; avrei voluto essere di una bellezza fredda e smaltata alla Otto Dix per giocare una partita a scacchi con Duchamp in un bar dalla grande vetrina come quelli di Hopper. Per il futuro mi piacerebbe rimanere impressa come un’icona pop di Warhol e volare nell’altrove come gli amanti di Chagall.

sabato 18 febbraio 2012

Io ci darei una mano di bianco!

Cinque nomi come cinque le dita di una mano.
Perché no? Io ci darei una mano di bianco.
Il colore bianco come unico protagonista di opere famigerate, strettamente connesso alla fenomenologia, all'esistenzialismo, e allo zen.


Diversi artisti hanno deciso di usare il total white nei loro lavori.


1958. Yves Klein nella galleria vuota, con pareti totalmente bianche, non a caso, il titolo del tutto è IL VUOTO.






E come dimenticare Rauschenberg con la serie di quadri bianchi? 
Non a caso bisogna ricordare la collaborazione e l'amicizia con il grande John CAGE, l'indimenticabile performance di silenzio 4.33''.








E come dimenticare gli Achromes di Manzoni? Vero trionfo softness, con materiali morbidi e bianchissimi.



Una delle ultime sfilate di Comme des Garcon dimostra proprio come i linguaggi artistici si ibridino insieme. Appena vista la sfilata, gli abiti mi hanno ricordato proprio gli achromes manzoniani proprio menzionati sopra.


E per concludere vorrei inserire nella rosa bianca dei cinque, un artista contemporaneo giapponese, che crea  delle meravigliose installazioni total white con polistirolo e luci. L'effetto è puro ice.
A voi Yoshiaki Kaihatsu




La parola d'ordine che unisce e lega queste opere cronologicamente differenti ma tematicamente vicine è sicuramente infinita leggerezza.


post by: Federica Fiumelli

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