Perché no? Io ci darei una mano di bianco.
Il colore bianco come unico protagonista di opere famigerate, strettamente connesso alla fenomenologia, all'esistenzialismo, e allo zen.
Diversi artisti hanno deciso di usare il total white nei loro lavori.
1958. Yves Klein nella galleria vuota, con pareti totalmente bianche, non a caso, il titolo del tutto è IL VUOTO.
E come dimenticare Rauschenberg con la serie di quadri bianchi?
Non a caso bisogna ricordare la collaborazione e l'amicizia con il grande John CAGE, l'indimenticabile performance di silenzio 4.33''.
E come dimenticare gli Achromes di Manzoni? Vero trionfo softness, con materiali morbidi e bianchissimi.
Una delle ultime sfilate di Comme des Garcon dimostra proprio come i linguaggi artistici si ibridino insieme. Appena vista la sfilata, gli abiti mi hanno ricordato proprio gli achromes manzoniani proprio menzionati sopra.
E per concludere vorrei inserire nella rosa bianca dei cinque, un artista contemporaneo giapponese, che crea delle meravigliose installazioni total white con polistirolo e luci. L'effetto è puro ice.
A voi Yoshiaki Kaihatsu
La parola d'ordine che unisce e lega queste opere cronologicamente differenti ma tematicamente vicine è sicuramente infinita leggerezza.
post by: Federica Fiumelli
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