Un mio autoritratto? Avrei voluto avere i capelli della venere di Botticelli, il sorriso della Gioconda, gli occhi alla Picasso, il collo alla Modigliani, i colori di Matisse, il corpo scolpito da Canova e la grazia delle muse Preraffaellite; avrei voluto essere di una bellezza fredda e smaltata alla Otto Dix per giocare una partita a scacchi con Duchamp in un bar dalla grande vetrina come quelli di Hopper. Per il futuro mi piacerebbe rimanere impressa come un’icona pop di Warhol e volare nell’altrove come gli amanti di Chagall.

venerdì 10 febbraio 2012

Essere artista. Non abusiamone!

Recentemente mi hanno colpito le parole scritte da Massimiliano Simoni, sei anni fa in occasione del libro-catalogo "Il marmo e la celluloide", dove sono raccolte numerose opere legate all'intreccio arte e cinema.
Quello che mi ha colpita è la definizione di artista che adesso cito:

"L'artista è un poeta, è un visionario, è un innamorato perenne che trova nelle varie forme espressive legate al tempo in cui vive, l'esplicitazione del sentimento più recondito che alberga nella sua anima. 
Non importa se esso è scultore, pittore, mosaicista, attore di teatro, di cinema, poeta, mimo, ballerino, comico, cabarettista, guitto, è la forza del sentimento e la capacità di comunicarlo che lo fa grande davanti al pubblico.
Passare da un laboratorio polveroso di marmo, agli odori intensi di una fonderia del bronzo, ai camerini di teatro, agli atelier, alla gallerie, ai cinema, parlare con gli artigiani, gli artisti, gli attori, i critici, con le maestranze, i facchini, i trasportatori, gli allestitori, è sicuramente un'esperienza unica e magica.
Dialogare e discutere oggi con gli amici scultori, interpreti e attori di questa grande storia, è sicuramente un grande privilegio. Capire dalla loro parole, dal loro entusiasmo di eterni bambini sempre alla scoperta del nuovo, l'importanza della tradizione, della scuola, dello studio, ti fa discernere che cosa sia arte e cosa sia spazzatura. Non importa se figurativa, se astratta, se concettuale, l'opera d'arte è tale se ti stimola e provoca una violenta emozione, un artista è Maestro se crede fino in fondo a quella emozione che la sua opera ha generato......Uomini che fanno della loro arte una ragione di vita e non di commercio.
Ho imparato negli anni a rifuggire ai falsi profeti che cavalcando miti e slogan del momento (pace, giustizia, anti di qua e di là) ottenebrano le menti e condizionano le masse, inseguendo l'unico fine del successo e del denaro, con strumenti di dubbio gusto e di scarsa arte."




Proprio ieri, leggendo Artribune, ho letto un pezzo interessante che si lega con l'essere artista, l'abuso del termine oggi, e la mediocrità che trova la solo finalità nel successo.
Cito:

"Chi raggiunge il successo crede di emanciparsi dalla mediocrità che lo ha eletto. Il successo gratifica chi ha evidentemente temuto di essere mediocre. La bravura non è una qualità intrinseca ma una convenzione sociale a cui necessariamente aderiamo. La nostra consacrazione coincide sempre con la nostra caricaturizzazione, con la servile adesione ad un modello imposto.
Molti artisti pensano davvero di essere delle miniere di diamanti. Ancora più patetica è la predisposizione del loro pubblico a crederlo. Credere di esprimere qualcosa di speciale è presumere che tutto il resto non lo sia abbastanza. Ma niente è speciale, tranne quello che supponiamo esserlo. L'arte è un sistema arbitrario di valore e laddove non è possibile speculare con essa, diventa semplice folclore."

Io credo fermamente nella gavetta, nell'impegno costante, nello studio e nell'umiltà, credo il successo sia solo una questione temporale (passeggera) che può portarti in alto, ma allo stesso tempo gettarti nei fondali, come la più maldestra marea. Il successo è un falso amico, e soprattutto non è determinante di ciò che veramente è arte.
Non voglio infamare il successo, è logico che a chiunque piaccia diffondere il più possibile la propria arte, il punto è che oggi, soprattutto attraverso la televisione (strumento di comunicazione che amo, ma che ahimè oggi è venditore di ben poca frutta fresca) passa un messaggio estremamente sbagliato, come quello che per essere famosi occorra semplicemente apparire nel piccolo schermo, con capacità...di non sapere e di non sapere fare assolutamente nulla.

Io credo che per essere artista non occorra dirlo, basta esserlo anche silenziosamente, il silenzio arriva comunque e talvolta è più forte di qualsiasi rumore superfluo.




                                                                post by: FEDERICA FIUMELLI

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