Un mio autoritratto? Avrei voluto avere i capelli della venere di Botticelli, il sorriso della Gioconda, gli occhi alla Picasso, il collo alla Modigliani, i colori di Matisse, il corpo scolpito da Canova e la grazia delle muse Preraffaellite; avrei voluto essere di una bellezza fredda e smaltata alla Otto Dix per giocare una partita a scacchi con Duchamp in un bar dalla grande vetrina come quelli di Hopper. Per il futuro mi piacerebbe rimanere impressa come un’icona pop di Warhol e volare nell’altrove come gli amanti di Chagall.

sabato 14 aprile 2012

Urs Fischer a Venezia: come mischiare ready -made, pop-art e surrealismo. Ah già, aggiungeteci pure statue di cera e modelle nude

Chiunque può essere un artista”.
 L'ha detto lo stesso Urs quella mattina.
Era il 12 aprile, nel cortile dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, noi studenti di Ca' Foscari aspettavamo l'inizio di aplaceforUrs per realizzare le riprese; il progetto, ideato dallo stesso artista, prevedeva la creazione di sculture in creta da parte degli studenti dell'Accademia.



Ma di chi stiamo parlando? Urs Fischer, classe 1973, trentanovenne in ottima forma, vanta una grande esperienza artistica alle spalle e un gran numero di esposizioni nei musei di tutto il mondo, che lo stanno facendo conoscere sempre di più al grande pubblico del panorama artistico contemporaneo.



Prestanza fisica, sorrisone da simpatico tedesco, capacità di dissacrare qualsiasi tentativo di elevare ed idealizzare l'arte contemporanea cercando dei significati alti ed importanti (perché magari volete fare i 'Philippe Daverio' della situazione. Lasciate perdere!). E così l'abbiamo descritto.
“Perché ho scelto il tema del gatto?”- selezionato dallo stesso artista come argomento di creazione - “Non c'è un vero perché...era un tema semplice e facile per tutti. Perché tutti possono fare arte, anche voi potete fare arte!”.


Definito da molti il Cattelan svizzero per la sue opere spesso provocatorie e disinibite, inaugura il 15 aprile a Venezia la mostra Madame Fisscher, ideata espressamente per gli spazi di Palazzo Grassi, che si concluderà il 15 luglio.
Una retrospettiva di circa trenta opere dell'artista, dagli anni '90 ad oggi, condita del suo immancabile sense of humor e un pizzico di pazzia; diciamo la verità, a prima vista ci pare che la sua 'arte di tutti' diventi un'arte per pochi, quasi di nicchia e non di facile comprensione. Non si può negare però che le sue creazioni siano folli quanto uniche, e che il suo genio possa spiazzare ma anche conquistare per l'incredibile varietà di creazioni e tematiche a cui si dedica.
Installazioni che mischiano ready-made di Duchamp, surrealismo e pop: troviamo oggetti di uso comune, banali e quotidiani, riposizionati e collocati quali portatori di significato artistico, finti animali e ortaggi. Talvolta dialogano, vengono accomunati in un'unica opera, talvolta si muovono con meccanismi a motore.


Tre sono le opere rilevanti che vale la pena citare: Madame Fisscher, che dà il titolo all'esposizione, è un’installazione che riproduce il suo caotico studio londinese, apparentemente un cubo di legno in cui sono racchiusi esperimenti artistici di ogni tipo, sparsi in maniera disordinata ed estremamente personale. 


 
Untitled sono due statue in cera a grandezza naturale: uno è lo stesso Fischer, seduto davanti ad un tavolo di legno con sopra una bottiglia, accanto a lui l’amico artista meranese Rudoph Stingel. Le opere, dotate di stoppini, sono state 'accese' dall'artista durante il vernissage, e si consumeranno lentamente nel corso della mostra.


Ed infine Necrophonia, un'installazione che ricrea uno studio d'artista, tra divani e sculture non ancora terminate, ma con una vera modella in carne e ossa. Soprattutto 'carne' visto che la suddetta è completamente nuda per tutta la durata dell'esposizione, e questo è il motivo principale per cui l'installazione/performance verrà ricordata, citata, vista, criticata o amata, per innumerevoli volte. Niente di nuovo in realtà, ma si sa: la nudità in arte fa sempre scalpore, ed assicura uno scandalo o un successo per l'inaugurazione, in entrambi i casi se ne parlerà ed è questo ciò che conta nel mondo artistico dell'oggi.





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