La galleria P420 di Bologna, ospita per
la chiusura di questo 2016 la personale dell’artista americano Richard
Nonas, classe 1936, dal titolo RIVER-RUN. Richard Nonas ha lavorato come
antropologo per una decina di anni studiando sul campo gli Indiani
d’America nel Nord Ontario, Canada e continuando la sua pratica
etnografica in Messico e in Arizona. A metà degli anni ’60, all’età di
30 anni, ha deciso di dedicarsi alla scultura. La sua esperienza da
antropologo ha profondamente influenzato la sua pratica artistica e il
suo impegno nel sentire e percepire lo spazio. Attraverso un vocabolario
minimalista Nonas ha sviluppato un corpo di lavoro che ha indagato il
tema del luogo. Nonas ha esposto in numerosi musei, istituzioni e
gallerie in tutto il mondo realizzando installazioni di diverse
dimensioni sia da interno che da esterno come le installazioni
permanenti nel villaggio abbandonato di Vière et les Moyennes
Montagnes,Digne-les-Bains, Francia (2012) e alla Fondazione Ratti
(2003-2011).
Un intraducibile istantaneo accadere
come suprema sintesi dell’esistenza, quando la parola non basta, allora
la forma connette e condivide atmosfere, idee, memorie e sensazioni in
un confluire inarrestabile che trae le proprie radici nel dubbio. La
scultura compie un gesto antico, primordiale, ragionato e sentito,
avvertito, si pone ancestralmente all’inizio di un tutto pronto ogni
volta a cessare, per ripetersi, differentemente. Da capo. Se è vero che
il minimalismo e l’antropologia hanno regalato gli strumenti della
poiesis, è anche vero che Nonas ha saputo disfarsi di correnti, scuole,
etichette, conclusioni o appartenenze per librarsi leggero
all’originarietà dell’esperienza. Per spogliarsi ogni volta di risposte.
Contemporaneamente affermazione e negazione, l’arte di Nonas, ci
proietta, ci getta nel dubbio, senza proteggercene. Il dubbio si innesta
viralmente nell’occhio di colui che osserva, che come un amante in
caduta libera, con la potenza di un fiume in corsa, si ritrova a
confrontarsi con l’ambuguità del coito, dell’esperire, dell’accadere,
del fluire.
L’arte di Nonas è costruita abilmente da
forme e materiali semplici (legno, ferro, pietre) che at-traggono in
inganno, la semplicità non è che la componente erotica, seduttiva, che
conduce invece ad una più profonda lettura umana, ad una più profonda
analisi, ad un più profondo intercalare e declinare l’esperire; perché
come sosteneva anche Jung non esiste nulla di più complesso della
semplicità. La scultura si fa grammatica di una letteratura
intraducibile del visibile ma soprattutto del non visibile. Le forme
divengono così punteggiatura, imbevute, tra numerose correnti libere di
possibilità, dando ritmo all’essenza così dannatamente sfuggevole e
mutevole. E allora spazio all’ambiguità, che viene misurata e resa
lirica, per compiersi e fondersi nello scambio osmotico tra arte e vita
in luoghi pieni di umana significanza, come racconta lo stesso artista,
dal forte impatto emotivo, che urlano di un silenzio profondo, e ci
portano nell’abisso della dicotomia dell’essere.
RIVER-RUN è il
flusso inarrestabile, il progredire ciclico della vita, l’essere e il
cessare, una forza dicotomica indomabile che fluisce nell’incontro tra
arte e vita. Dal riferimento colto, preso da un celebre testo di Joyce,
RIVER-RUN diviene il senso più intimo e più intraducibile
dell’esposizione e della poetica dell’artista, un divenire mutevole che
ricorda il panta rei di Eraclito. Nonas differenzia il concetto
di spazio da quello di luogo, se il primo viene inteso come proprietà
fisica di pura misurazione, il secondo, pieno di significato umano, crea
legami e situazioni, connette l’uno all’altro in un antico algoritmo, i
places di Nonas sono infatti luoghi di forte impatto emotivo,
dove la condivisione e la forza di evocazione sono all’origine del
tutto.
RIVER-RUN interpreta la forza dei places,
portando con sé molteplici visioni possibili di guardare e osservare il
mondo, dove il dubbio e l’ambiguità trovano corpo in materiali crudi,
grezzi, pesanti, industriali o naturali, mantenendo forme semplici, e
ordinarie.
RIVER-RUN
vuole essere un punto privilegiato d’osservazione, tramite il quale la
scultura si fa mero strumento critico, dove l’interrogarsi diviene una
corsa, un fluire inarrestabile.
La scultura, come ha scritto l’artista
in uno dei suoi numerosi scritti, non è che il cuore dell’arte e queste
sue affermazioni lo dimostrano: “Sculpture is the place where place is only barely possible. Is
it the place where we begin to meet the meaning of culture. (…)
Sculpture is that just unreacheable place. Sculpture is the object mark
of paradox in our spatial – and special – being.
(…) Sculpture is absence
acknowledged through placeness, then re-objectified. Sculpture is the
solidified presence of absence, here and now. Sculpture is the hard
heart of art. – And that’s quite enough for me.”
Nonas ci lascia attraverso le sue parole
un erudito testamento della sua poetica, rientrando così in quella
categoria di artisti dalla penna nobile, dal pensiero tagliente,
agitatore del dubbio, sia nel silenzio della carta, che nell’immensità
della forma, celebrata da un gesto aperto alla pluralità del tempo.
Federica Fiumelli
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